lunedì 26 novembre 2007

Europarlamento: approvata risoluzione contro persecuzione cristiani nel mondo

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che condanna tutti gli atti di violenza contro le comunità cristiane nel mondo e chiede ai governi dei paesi interessati di prevedere garanzie adeguate e effettive nel campo della libertà di religione e di migliorare la sicurezza delle comunità cristiane.

Appoggiando il dialogo interreligioso, la risoluzione invita le autorità religiose a promuovere la tolleranza e a agire contro l'estremismo. L'Ue deve trattare tale questione nelle relazioni con i paesi terzi.

Il testo è stato appoggiato, oltre che dal Ppe a cui appartiene il promotore Mario Mauro, anche dai gruppi Pse, Alleanza liberaldemocratica, Unione europa delle Nazioni (di cui fanno parte An e la Lega), Indipendenza/democrazia (la formazione euroscettica), e dal Gue (sinistra unitaria europea), con il sostegno personale di Vittorio Agnoletto e Giusto Catania del Prc. L'unico gruppo che si è dichiarato contrario, per ragioni di "inopportunità politica" è quello dei Verdi.

Nonostante i pochi presenti, come sempre il giovedì pomeriggio, alla fine delle sessioni plenarie del Parlamento europeo, è significativa la maggioranza schacciante (57 voti a favore contro 2 e un astenuto) con cui è stata approvata la risoluzione.
Nel testo, il parlamento 'condanna risolutamente tutti gli atti di violenza contro comunità cristiane, ovunque essi si verifichino, ed esorta i governi interessati a tradurre in giudizio gli autori di tali reati'.

Un punto con risvolti concreti della risoluzione è quello in cui si sollecita la Commissione europea a condizionare l'elaborazione e attuazione dei programmi di cooperazione e aiuto allo sviluppo al rispetto del principio della libertà religiosa nei paesi interessati.
A tale proposito vengono elencati tutti i recenti casi di persecuzione e violenza subiti dai cristiani in Pakistan, a Gaza, in Turchia, in Cina, in Vietnam, in Sudan, in Iraq (espressa anche preoccupazione per l'esodo di cristiani) e in Siria (dove oltre due milioni di sfollati appartengono a minoranze cristiane).

L'elenco però comincia con un nome, quello del giornalista e scrittore turco di origine armena Hrant Dink, direttore del giornale bilingue Agos, che difendeva i diritti umani e si era speso molto per la tutela delle comunità cristiane nel suo paese, ucciso nel gennaio scorso, dopo aver qualificato come 'genocidio' il massacro degli armeni compiuto dall'esercito turco a ridosso della prima guerra mondiale.

A lui, di cui era diventato amico, Mauro ha voluto 'dedicare' la risoluzione approvata da Strasburgo. È stato deplorato inoltre il rapimento nelle Filippine del sacerdote cattolico Giancarlo Bossi.
Ma nella lista vengono citati anche episodi piú recenti, avvenuti in Eritrea, Corea del Nord, Bielorussia. Le persecuzioni denunciate vanno da rapimenti e omicidi (come nel caso dei quattro turchi della casa editrice Zirve che avevano stampato un Vangelo nella loro lingua), alla negazione di certi diritti civili per chi cambia religione convertendosi al cristianesimo. Mauro ha definito la libertà religiosa come una "cartina di tornasole" del rispetto degli altri diritti fondamentali.

Tratto da NoiPress.it, 15 novembre 2007

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