sabato 12 luglio 2008

Lombardo: via libera al saccheggio dei Beni Culturali

PALERMO – Le Ferrovie dello Stato sono state privatizzate e i risultati li vediamo: stazioni abbandonate, preda dei vandali, treni sporchi, tempi di percorrenzaall’insegna dell’incertezza. Costo dei biglietti alle stelle. Le Poste, le mitiche Poste italiane? Meglio non parlarne. La telefonia fissa? Adsl più lenta e cara d’Europa, costi elevati e trucchetti vari per spennare i consumatori. Ora, a quanto pare, tocca ai Beni Culturali. Si, sbarazziamoci anche degli ultimi gioielli di famiglia.

Se ne parla da qualche giorno, il settimanale “centonove” sul suo portale ha annunciato con questo lancio i contenuti di un ampio servizio pubblicato sulle pagine del giornale in edicola oggi: “I Beni culturali ai privati. E’ la proposta dell’assessore regionale Antonello Antinoro, analizzata nel servizio di Centonove in edicola. Mercoledì 9 all’Ars l’esponente Udc ha annunciato che costituirà una commissione di intellettuali e religiosi per censire il patrimonio artistico siciliano. “Per rendere redditizia la gestione dei beni culturali – ha dichiarato l’assessore – dobbiamo affidare ad un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent’anni. In cambio, i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell’indotto”. La proposta dell’affidamento delle bellezze culturali siciliane ha scatenato una ridda di reazioni. Se da una parte il governatore Raffaele Lombardo ha espresso parere positivo, dall’altra il presidente dell’Assemblea regionale ritiene paradossale la privatizzazione. Tra i contrari, anche il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, il presidente del consorzio turistico Valle dei Templi, Gaetano Pendolino e il presidente regionale di Legambiente, Mimmo Fontana.”.

Il nuovo assessore regionale dei Beni Culturali Antinoro in poche parole smentisce il suo predecessore su quella stessa poltrona, l’onorevole Lino Leanza (MPA), che invece aveva molto da ridire sulla privatizzazione di “appena” qualche servizio legato ai beni culturali siciliani, come quello di biglietteria e di caffetteria. Passi per il caffè, ma gli impiegati regionali evidentemente non erano in grado di staccare un biglietto d’ingresso? Assurdo. In quel caso – affermava Leanza – a fare l’affare erano state solo le società che avevano preso l’appalto delle biglietterie, certamente non la Regione..

Il catalogo delle offerte per i privati è rappresentato da siti archeologici, Musei, palazzi storici, castelli e via discorrendo. Ci sono piramidi di reperti chiusi nei magazzini delle soprintendenze. Ogni giorno in qualche parte della Sicilia, anche la più isolata e sconosciuta, il classico “pizzo di montagna”, emergono testimonianze del passato: solo nell’area Spadafora-Villafranca Tirrena, durante i lavori in corso per il raddoppio della rete del metano, sono state raccolte almeno seicento cassette di reperti archeologici. Reperti, in molti casi, di grande interesse. Figuriamo nel resto dell’isola, dove basta veramente affondare la zappetta, non la pala dell’escavatore, per fare “bingo”. Siamo in un posto del mondo, notizia di questi giorni, dove anche opere d’arte recenti, due disegni di Guttuso, si possono trovare sorprendentemente accanto ai cassonetti della spazzatura…

In questo ricco scenario, ai fini dello sfruttamento della nostra storia per scopi turistico-commerciali, la strategia è sempre stata quella di uno Stato (regione autonoma in questo caso) preoccupato della ricerca scientifica e del mantenimento di questi calamitatori economici; i privati invece fanno affari (e non pochi) per la presenza dei monumenti, grazie alle strutture ricettive, al commercio e così via discorrendo. Antinoro vorrebbe dare i monumenti, i musei, i castelli, i siti archeologici ai privati. Un po’ per chiudere il cerchio, un po’ per ammettere una volta di più che lo Stato non è in grado di gestire sapientemente nulla, pur avendo mezzi, risorse e solide leggi. Una disfatta che tutto sommato rende inutile persino l’azione politica, che forse vedremo privatizzata anch’essa, prima o poi. Se il dibattito è aperto e la commissione (vedremo se gratuita) costituita, la certezza è che non se ne farà nulla. La proposta di Antinoro è già fallita in partenza, perché le eventuali mire dei privati, che agiscono con logiche che poco hanno a che fare con la “schiumazza” del politico di turno, sono rivolte a un solo bene. Uno: il “Teatro Antico di Taormina”. Qui abita l’eventuale business. Altrove? Forse la valle dei Templi (ma è molto dispersiva), forse Siracusa (ma ospita solo le tragedie). Taormina no, è tutta un’altra storia, qui arrivano turisti da ogni dove come incantati da un pifferaio magico, qui al Teatro Antico si fanno i concerti, anche di musica rock, si è tenuto persino il Festivalbar…, gente come Fiorello fa fare il pienone e incassi record agli impresari. Quindi, e si accettano scommesse, se qualche privato si facesse davvero avanti, l’interesse lo avrebbe solo per questo sito. Se la tesi Antinoro passerà ci libereremo dell’unico monumento “produttivo”, perdendo un mare di soldi. E non si può neanche dire che si cambia tutto per non cambiare nulla, poiché un imprenditore si riempirà certamente le tasche al posto della regione, a cui resteranno le briciole e tanto rammarico di facciata per l’ennesima scelta sbagliata.

Strettoindispensabile.it, 11 luglio 2008

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