Lombardo: "Mai un grande evento in Sicilia"
di Tony Zermo
Letizia Moratti, in una lettera al «Corriere della sera», dice che i 15 miliardi per l’expo 2015 a Milano serviranno a tutto il Paese e aggiunge di aver criticato i 140 milioni dati a Catania perché sarebbe stato giusto darli anche agli altri Comuni e infine che non era una questione Nord/Sud, ma piuttosto una questione di merito.
Cosa risponde il presidente Lombardo?
«L’Expo servirebbe al Paese anche se fosse a Palermo o a Catania, a meno che non ci siano due Paesi, come ci sono: uno di Serie A dove se si fanno le cose servono al Paese e uno di Serie B dove se si fanno le cose servono a sfamare i parassiti insaziabili. Con tutto il rispetto credo che il centenario del terremoto di Messina si sarebbe potuto celebrare con un grande evento. Con tutti i soldi che si stanziano per un evento una città si veste a nuovo, si dota di infrastrutture. Come accade quando si fanno le Olimpiadi invernali a Torino o quando si fanno i campionati del mondo di calcio. Arriva una pioggia di miliardi per cui le città cambiano volto».
La Moratti dice che l’Expo potrebbe coinvolgere anche la Sicilia.
«Ma perché, quando hanno fatto le Olimpiadi invernali è stata forse cointeressata in qualche modo la Sicilia? Dico finiamola. E l’Expo è una cosa, e l’Ici viene pagata con le entrate nostre, e la Tav si ferma a Napoli, e sul casinò stiamo assistendo all’insurrezione delle quattro case da gioco del Nord che non lo vogliono dare al Sud. Mi dicono che con i fondi Fas si stia per finanziare per decreto l’aumento dei costi delle imprese di costruzione e poi per i 140 milioni a Catania ci dobbiamo sentire insultare un giorno sì e un giorno no, come se questo fosse l’esempio di chissà quale malcostume. Sui termovalorizzatori c’è ancora da conquistare questo mitico Cip 6, senza il quale i termovalorizzatori non si potranno fare perché la tariffa sarebbe così alta da metterli fuori mercato. Ogni nostro diritto dev’essere conquistato a sudore di sangue».
Ora c’è l’assalto delle grandi aziende italiane a Tripoli per i 153 miliardi di appalti in Libia e la Sicilia sembra tagliata fuori.
«Purtroppo non abbiamo grandi imprese alla stregua di Impregilo, però qualche media impresa l’abbiamo e come. Abbiamo qualche azienda di costruzioni seria anche a Catania che si affaccia dignitosamente sul mercato nazionale, c’è il marmo di Custonaci, la pietra lavica dell’Etna».
Così come per gli appalti dell’Expo, anche per i lavori in Libia nessuno ha pensato di coinvolgere la Sicilia.
«Purtroppo c’è una continuità nella disattenzione nei confronti del Sud che francamente non possiamo limitarci a riflettere, dobbiamo organizzarci e reagire per farci valere. Quei signori che dicono che non è giusto che con le tasse del Nord si finanziano gli sprechi del Sud dimenticano che queste tasse sono il frutto del lavoro delle industrie che si sono costruite e affermate nel Nord con i denari provenienti dalle casse del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli che ammontavano a due terzi in lire e oro dei depositi di tutte le banche italiane. Napoli e Palermo avevano custoditi nei loro forzieri 420 milioni dei 630 milioni di lire/oro quando si fece l’Unità d’Italia. Dopodiché tutto prese la via del Nord. Il regno delle Due Sicilie vantava tali di quei primati da restare a bocca aperta: la prima ferrovia, il maggior numero di aziende metalmeccaniche, il tessile, il più alto numero di giornali, la prima assistenza sanitaria, il primo ponte sospeso sul Garigliano, la prima cattedra di Economia all’Università di Napoli, la prima cantieristica perché a Napoli c’era la più grande flotta militare dopo quella inglese. Siamo stati spogliati di tutto e ora ci piangono quei miserabili 140 milioni».
Presidente, stiamo parlando di 150 anni fa...
«Sì, ma quando Angelo Moratti impiantò sulle spiagge siracusane la sua bella raffineria era appena mezzo secolo fa. E quante tasse i Moratti non hanno pagato alla Sicilia come avrebbero dovuto in base all’articolo 37 del nostro Statuto perché la loro sede legale era altrove? Lo so che da molto tempo hanno ceduto la raffineria, che è un discorso vecchio e che allora la Moratti era appena nata, ma sulla questione non ha detto nulla».
LaSicilia.it, 29 ottobre 2008
FONTE: LaSicilia.it
4 commenti:
FINALMENTE I VERI SICILIANI si sono risvegliati da 149 anni di sonno profondo. Il sangue del Vespro di 750 anni fa`incomincia a scorrere di nuovo. Questa volta gli nemici non sono i francesi angioini e il papa, ma gli italici del nord, i pseudo-italiani che hanno perso le loro radici e lingue storiche, il governo coloniale italiano, i partiti nazionali italiani, l’opinione pubblica italiana col cervello lavato al stile stalinista, i pseudo-siciliani colonizzati, il sistema scolastico conformista perpuatori delle menzogne anti-storiche, la stampa asservita al potere politico italico. Il nostro momento storico per la nostra riscossa come popolo Siciliano e`arrivato il 4 luglio 2007 quando il popolo Siciliano ha finalmente smaschierato l’anti-eroe ed assassino garibaldi al parlamento italiano. Lo stesso giorno dell’anti eroe garibaldi e della revoluzione Americana. Noi faremo come hanno fatto gli Americani di 232 anni fa`, rovesciando il potere coloniale che le teneva schiavi. VIVA La Sicilia Libera, VIVA il popolo Siciliano, VIVA la Nazione Siciliana, VIVA LA LINGUA SICILIANA. Avanti col nuovo Vespro Siciliano
La pluri-millenaria nazione Siciliana non ha niente in comune col l'italietta tranne che 148 anni di schiavitu` sotto gli italici. La nostra storia millenaria ci insegna che la Sicilia e i Siciliani sempre aspirano ad essere indipendenti!!!! Quello che sta iniziando adesso non e` altro che l'inizio della nostra riscossa di popolo e nazione verso la nostra vera liberta` di popolo e nazione Siciliana!!! Non dobbiamo dimenticare che noi Siciliani siamo gli eredi di Cocalo,Ducezio,Dionisio, Archimede, Empedocle, Ermocrate ,Diodoro Siculo,Euno, Ruggero I, Ruggero II, Federico II, Federico III, Ruggero Settimo, Verga, Bellini,Ibn Hamdis, Guido delle Colonne, Giacomo da Lentini, Pirandello, Sciascia, Quasimodo, Giuliano,Nino Martoglio, Tomasi di Lampedusa, Antonio Veneziano,Giovanni Meli, Antonello da Messina,Sigismondo d'India, Alessandro Scarlatti,e tanti altri grandi Siciliani. Viva La Sicilia ed Il Popolo Siciliano!!
Caro "ingegnere",Ti prego di dare risalto a questa lettera,postandola.Grazie.Cordialità,Orazio Vasta
**************
Caro Ministro Zaia
sono una agronomo, ma al contenpo un agrumicoltore, e discendo da famiglia di agrumicoltori.
Faccio la professione da 24 anni, e da 29 coltivo arance, le tanto bistrattate arance siciliane, che tutti amano, ma che ci stanno portando economicamente alla rovina, perchè nonostante gli elevati prezzi di vendita al consumo, a noi vengono pagate a prezzi irrisori.
L'anno scorso anche fra i 5 ed i 7 centesimi al chilo.
Sì ha letto bene! 5-7 €urocent al chilo.
Mi rammarico, però, del fatto che Lei sia poco attento alla questione, ma la vedo assai impegnato, invece, nella tutela (come è anche giusto che sia) dei prodotti della Sua terra.
Vorrebbe, per favore,dare un pò più di "conto e retta" alle problematiche di noi agricoltori del sud?
Corrado Vigo
Trecastagni,2 novembre 2008
Dov'e` l'Obama Siciliano che ci liberera` dalla nostra schiavitu` italica ??? Puo` essere il nostro Presidente Siciliano Lombardo ???
Posta un commento