mercoledì 16 gennaio 2008

VIETATO AL PAPA IL TEMPIO DELL'IGNORANZA

L'ennesima vergogna per l'Italia è andata in scena con l'impedimento al Papa di tenere un intervento all'Università La Sapienza di Roma. Ancora una volta una piccola minoranza violenta ha deciso per tutti, senza che il governo, lo Stato abbiano mosso un dito per impedire questo ennesimo insulto alla democrazia. Il presidente del Consiglio, il ministro dell'Interno, quello dell'Università - e anche autorevoli esponenti dell'opposizione - si sono stracciate le vesti quando il delitto si era già consumato, ma per giorni, quando la polemica aveva preso una piega dagli esiti prevedibili, hanno osservato il più assoluto silenzio rendendosi complici di quanto accaduto.

Quanto agli argomenti di quei docenti che hanno preteso di non fare entrare papa Benedetto XVI nell'Università fondata da papa Bonifacio VIII, vi proponiamo l'anticipazione dell'editoriale che sarà pubblicato su "Il Timone" di febbraio.


NANI E MOLOSSI
di Gianpaolo Barra

Forse vi sorprenderete, ma a me piacciono i cani. Due o tre volte in vita mia, sono andato a vedere una esposizione canina, dove sfilano esemplari selezionati di tutte le razze. Preciso: mi piacciono i cani grossi, enormi, maestosi, quelli che i cinofili classificano con il termine di “molossi”. Alti, imponenti, muscolosi, in genere pacifici. E tra questi – ve ne sono di diverse misure – quelli che apprezzo di più sono capaci di pesare oltre cento chili, anche fino a 120.

Hanno un bel carattere. Di solito non reagiscono, se provocati tardano a rispondere, se sei un malintenzionato che tenta di entrare nel giardino di casa dove fanno buona guardia, questi giganti ti si piazzano davanti, ti fissano negli occhi, come a dirti: “pensa a quello che stai per fare”. Certo, se poi non ci pensi, peggio per te. Ti saltano addosso e non hai scampo, sei finito. Se ti atterrano, possono schiacciarti come si fa con una bistecca. Se ti mordono, la loro presa è terribile: un allevatore mi ha detto che la forza del morso del mastino inglese – un molosso enorme – equivale a molte centinaia di chili per cm2. Si capisce bene che con un paio di morsi di questo genere ti ritrovi dimagrito di dieci chili.
Insomma, mi piacciono i molossi per questa loro forza immensa.

Tuttavia, qualche volta – anzi: spesso – succede che se uno di questi bestioni si trova di fronte un cane “nano”, uno di quei “chiwawa” notoriamente attaccabrighe e abbaiatore, il molosso non reagisca. Anzi, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, si limita ad osservare, con sguardo languido e compassionevole, piegando il capo da un lato, come se provasse tenerezza, ma ben consapevole che basterebbe un soffio per polverizzare la bestiola “rompiscatole”. Non solo: “pro bono pacis”, il gigante è capace pure di scostarsi, indietreggiare, cedere il passo o lasciare il posto.
Osservando la scena, un marziano, che ignora tutto sulla cinofilia, dirà che il chiwawa è più coraggioso, determinato e perfino più forte del povero molosso.
Un intenditore, invece, sa che il gigante non vuole approfittare della sua forza e lascia perdere. Non vale la pena sprecare un millesimo di energia per farsi valere.
Perché ho scritto queste cose? Perché mi sono venute in mente appena ho saputo della vicenda accaduta all’Università “La Sapienza” di Roma.

Come è noto, poco più di una sessantina di docenti hanno brigato – riuscendoci – per impedire al Papa di partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico. Il Pontefice avrebbe dovuto tenere un discorso davanti al Rettore, al corpo docenti e agli studenti. Ma ha preferito soprassedere di fronte alla reazione scatenata dai contestatori.
Il Papa ha fatto bene, naturalmente. E il mondo ha coperto di ridicolo l’Università, quei professori, quegli studenti e – forse – anche il nostro povero Paese.
Ma sì, pensateci bene. Il mondo ha visto ripetersi esattamente quella scena sopra descritta.

Di fronte a un gigante del pensiero teologico, a un fine cultore del pensiero filosofico, di fronte a un intellettuale di statura molossoide, un gruppo di “chiwawa” del pensiero, un manipolo di nanetti della docenza, dei quali la storia non ricorderà nemmeno il nome, tanto insignificante è la loro statura intellettuale e rozza la loro educazione, ha deciso di emettere un “abbaio”.
E il gigante, come succede in questi casi, li ha guardati con compassione. E ha lasciato perdere.
Il nostro marziano, ignaro di come funzionano le cose sulla terra, si farà probabilmente impressionare da cotanta prova di forza.
Chi se ne intende, invece, vede l’abisso che separa le intelligenze dei protagonisti.
Quella del Papa giganteggia.
Quella dei contestatori non risponde all’appello. É fuggita tempo fa, spaventata dal proprio stesso abbaio.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Come abbiamo previsto l'MPA di Raffele Lombardo modifica la strategia sui rigassificatori in Sicilia.

..continua a leggere su:
www.neoborbonicisicilia.it

etendard ha detto...

ciao, ho visto che mi hai messo fra i tuoi link. grazie per l'apprezzamento.
ho dato una scorsa al tuo blog e mi pare che abbiamo molto in comune. appena ho un po' di tempo, ripasso.
ciao
etendard

L'Ingegnere Volante ha detto...

Ciao Etendard,

L'ho fatto con molto piacere. Complimenti per il tuo bel blog.

Ma dimmi, come hai scoperto che ti avevo messo tra i miei link?

Ciao e a presto,
Ingegnere Volante

etendard ha detto...

è andata così. uso statcounter (www.statcounter.com) come programma contavisite. tra le funzioni offerte, c'è quella di conoscere gli indirizzi dei visitatori. ho visto che eri passato da me, sono entrato nel tuo blog e ho notato il mio nome nella lista dei links.

nel mio precedente ingresso da te, ho letto un paio dei tuoi post: la recensione del libro della Pellicciari e il post con la citazione di De Mattei. mi sono piaciuti entrambi. non sono d'accordo solo su un passaggio del secondo post, quando cioè dici "In difesa della fede è l’equivoco titolo del libro di Miccoli, di cui sconsigliamo la lettura". casualmente, parlavo con mia moglie proprio di questo argomento prima di affacciarmi da te. per quanto mi riguarda, non trovo opportuno sconsigliare la lettura di un libro, anche se non se ne condivide il contenuto.
a meno che non costituiscano forme di blasfemia o incitino alla violenza, tutti i libri sono da leggere. è opportuno argomentare i motivi della propria critica, ma va sempre riconosciuta la libertà di farsi un'idea autonoma di ciò che altri hanno scritto. il cristianesimo è libertà e questa è vera solo se consapevole.

detto questo (e spero che questa osservazione non ti abbia infastidito), mi ha colpito il fatto che tu abbia usato una citazione di De Mattei. non è cosa comune, mi pare. di recente ho saputo del collegamento tra De Mattei, Centro Lepanto e Alleanza cattolica. la rivista Cristianità mi sta piacendo moltissimo (penso che mi abbonerò) e De Mattei mi sembra un intellettuale cattolico interessante e stimolante.
Ok, chiudo qui questo lungo messaggio e ti auguro una serena Domenica. a presto
ciao

L'Ingegnere Volante ha detto...

Immaginavo qualcosa del genere. Dovrò iscrivermi a statcounter pure io!

Sono pienamente d'accordo con te quando parli di cristianesimo e libertà. D'altro canto il pezzo cui fai riferimento non è mio ma di De Mattei ed è stato pubblicato su Radici Cristiane. Ho copiato il post da fattsentire.net :-)

La tua osservazione non mi ha infastidito affatto. Non sono mica un permaloso laicista ;-) Anzi, ti prego di osservare e commentare: la dialettica può solo farci crescere.

A risentirci presto e una serena domenica anche a te.

Ciao!