Credete che i poteri forti legati alle oligarchie finanziarie anglo-olandesi abbiano mantenuto, dal XVII secolo in poi, lo stesso grado di influenza sulle vicende delle nazioni moderne ?
Ebbene, se pensate questo siete in errore!
Il potere esercitato da quelle lobby è, in realtà, cresciuto in maniera esponenziale, in ragione soprattutto dell’immensa ricchezza derivante dalla truffa del signoraggio bancario e dal controllo monetario, ed ha raggiunto dimensioni globali inimmaginabili.
Fine ultimo di tale sconfinato potere è il dominio mondiale attraverso l’unificazione dei mercati, delle monete, dei sistemi bancari, degli eserciti e di tutte quelle funzioni che sono state sin’ora prerogative degli stati nazionali.
Attraverso un vero e proprio piano strategico politico-finanziario, del quale pochi hanno piena consapevolezza, si vuole arrivare allo svuotamento economico degli stati nazionali e quindi all’indebolimento delle loro sovranità, per riunire tutti sotto un unico dominio, di marca totalitaria e di matrice massonico-bancaria.
Non è un caso, infatti, che la politica monetaria della FED, la banca centrale americana, si sia orientata negli ultimi decenni verso un’espansione smisurata della quantità di moneta stampata e messa in circolazione, o meglio prestata, che, se da un lato ha indotto nel popolo americano l’illusione di poter vivere di rendita grazie anche all’indispensabilità del dollaro in tutte le transazioni internazionali, dall’altro ha provocato un’inflazione terrificante, aggravata dal forte indebolimento del sistema produttivo americano, che rischia di far evaporare il valore della divisa americana e di conseguenza il valore delle enormi riserve che di essa hanno fatto moltissimi paesi del mondo.
Se si considera anche l’enorme quantità di mutui concessi a chi non dava alcuna garanzia, che ha scatenato la famosa crisi “subprime” con l’azzeramento del valore dei titoli correlati, di cui, nel frattempo, si erano riempite le pance le più importanti banche del mondo; se si considera la spaventosa bolla creata dalla finanza speculativa internazionale che non ha più alcun legame coll’economia fisica mondiale e che attende di essere “pagata”; se si considera, infine, l’esplosione del debito pubblico americano e le limitazioni imposte da Maastricht sugli interventi pubblici dei paesi europei, che di fatto impediscono l’attuazione di politiche sociali degne di questo nome e investimenti infrastrutturali necessari al rilancio economico, allora si capisce l’effettiva volontà di chi sta dietro a tutto questo.
Che, poi, l’euro sia nato prima dell’unità politica europea e che il trattato di Maastricht sia servito, in realtà, a mettere il cappio alla già limitata sovranità monetaria dei paesi europei che consentiva ancora, entro certi limiti, la gestione del “debito pubblico”, in funzione delle esigenze nazionali, non fa che confermare le nostre teorie. Con la creazione della BCE le nazioni europee sono state, infatti, messe al muro e costrette a sottostare ad una moneta e ad una banca straniera che può intervenire quando e come vuole sui tassi d’interesse e sulla quantità di moneta emessa, in modo totalmente indipendente dai bisogni delle popolazioni.
E non è nemmeno un caso che la tanto decantata globalizzazione, voluta esclusivamente dalle grandi oligarchie finanziarie, con la caduta di tutte le barriere doganali, abbia consentito ai grandi monopoli ad esse collegati, di fare il bello e il cattivo tempo nei mercati di tutto il mondo, provocando fallimenti e delocalizzazioni di imprese e capitali da occidente verso oriente dove i costi minimi di produzione e le immense masse lavoratrici senza diritti garantiscono elevatissimi profitti.
E non è, infine, un caso che molti dei cosiddetti “paesi poveri”, siano stati volutamente impiccati ai debiti dovuti al FMI e alla Banca Mondiale per poi essere costretti a svendere le loro materie prime ai “compari” dei soliti potentati.
Ebbene, chiudendo il cerchio ci si accorge alla fine che mentre da un lato l’occidente si appresta a trasferire altrove il proprio apparato produttivo e finanziario, dall’altro si prepara nel mondo uno scenario in cui il crollo del dollaro, l’esplosione della bolla speculativa, l’azzeramento dei titoli subprime, l’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio e l’assoggettamento al dispotismo dell’euro potrebbero provocare un tale cataclisma economico da indurci alla resa incondizionata ed alla consegna nelle mani dei poteri globali.
La “globalizzazione”, le “liberalizzazioni” e le “privatizzazioni”, presentate come la panacea per tutti i mali del mondo, si sono rivelate, in realtà, nient’altro che una maschera dietro cui si nasconde una volontà imperiale, risorta dagli abissi del tempo, che punta a travolgere le sovranità garantite dalle costituzioni nazionali per instaurare un sistema unico totalitario in cui chi comanda non è più il popolo, ma una ristretta cerchia di ricchissimi privati, padroni di tutta la moneta, di tutte le materie prime e di tutti i sistemi di produzione e distribuzione.
L’impero contro gli stati nazionali
Tommaso Padoa Schioppa, l’inventore dell’euro, che nel suo ultimo libro “Europa, una pazienza attiva”, non si fa scrupolo di scagliarsi contro quel trattato di Westfalia che nel 1648 pose fine alle guerre di religione europee e gettò le basi del sistema dell’indipendenza e della sovranità nazionale, è uno di quelli che sostengono un tale impero globale.
Egli seguendo l’insegnamento del suo maestro, l’ex consigliere di Tony Blair, George Cooper, oggi direttore generale degli affari esteri e politici per il Consiglio dell’Unione Europea e primo consigliere del responsabile di politica estera dell’UE Javier Solana., ci fa sapere che lo stesso personaggio “ritiene che il 1989 abbia rotto il corso della storia europea (e forse planetaria) assai più profondamente di altri anni simbolo, quali il 1789, il 1815 o il 1919. Il 1989, infatti, non solo pone termine alla guerra fredda; segna anche il collasso finale del sistema che la Pace di Westfalia aveva instaurato nel 1648”.
E Padoa Schioppa ne fa anche cenno, quando scrive: “Che l’identità nazionale sia l’unico valido fondamento di un ordine politico è contraddetto dall’esperienza storica”.
Ma Cooper è ancora più esplicito: “L’impero è storia. Tutto ciò che sappiamo della storia, dall’impero Sumero a quello Babilonese, da quello Egiziano a quello Assiro, e poi la Persia, la Grecia, Roma, Bisanzio, le dinastie cinesi, l’impero carolingio, il Sacro Romano Impero, l’impero Mongolo e quello Asburgico, gli imperi spagnolo, portoghese, britannico, francese, olandese e tedesco, l’impero sovietico, più tanti altri che abbiamo dimenticato, tutto sta a suggerire che la storia del mondo è la storia dell’impero...”.E ancora: “Rispetto all’impero lo stato nazionale è un concetto nuovo. Il piccolo stato cominciò ad emergere nel Rinascimento e la nazione diventò un fattore politico importante solo nel XIX secolo. Da allora lo stato nazionale è stato per lo più confinato ad una ristretta parte del globo. Non è un caso che questa sia stata anche la parte più dinamica. La mancanza dell’impero però non ha precedenti storici. Resta da vedere se può durare. Vi sono ragioni sia teoriche sia pratiche per ritenere che non durerà” perché “un mondo di stati nazionali presenta un problema pratico “.
Ed infine: “La forma di espansione imperiale che consente il massimo allargamento è quella dell’Unione Europea”. Cooper raccomanda che l’EU si evolva in una nuova struttura chiamata “impero cooperativo” sul modello dell’antica Roma. Il 7 aprile 2002 Cooper ripeté gli stessi concetti in un articolo per il grande pubblico, sull’Observer, intitolato “Il nuovo imperialismo liberale”, in cui caldeggiò il ritorno a strutture imperiali e neocoloniali da XIX secolo. Un mese dopo, fu nominato all’alta carica in seno all’UE che attualmente ricopre.
Altra punta di diamante della casta imperialista, di cui abbiamo parlato in altri interventi, è il finanziere Carlo De Benedetti il quale ha ammesso candidamente il prossimo declino del sistema produttivo europeo e ha invitato la popolazione italiana a dedicarsi, in alternativa, ad attività culturali, turistiche e ad abituarsi all’idea di vivere da consumatori e non più come produttori.
Questa, poi, è una dichiarazione di Gianni Agnelli, da un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera" il 30 gennaio 1975, che ci dice come il controllo delle nazioni da parte di lobby economiche sovranazionali sia un fatto non solo verosimile ma perfettamente normale:
"Probabilmente dovremo avere dei governi molto forti, che siano in grado di far rispettare i piani cui avranno contribuito altre forze oltre a quelle rappresentate in parlamento; probabilmente il potere si sposterà dalle forze politiche tradizionali a quelle che gestiranno la macchina economica; probabilmente i regimi tecnocratici di domani ridurranno lo spazio delle libertà personali. Ma non sempre tutto ciò sarà un male."
E questa è una dichiarazione del senatore Cossiga su Draghi, altro uomo di punta dell’oligarchia: "Sembra che Mario Draghi, gia' socio della Goldman & Sachs, nota grande banca d'affari americana, oggi Governatore della Banca d'Italia sia il vero candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di un "Governo istituzionale" - riporta l'Agenzia Agi - E cosi' avra' modo di svendere, come ha gia' fatto quando era Direttore Generale del Tesoro, quel che resta dell'industria pubblica a qualche cliente della sua antica banca d'affari".
Napolitano ultimamente ha parlato di “…impegno per garantire la pace anche al di fuori dei confini della stessa Europa e contribuire alla costruzione di un nuovo ordine mondiale”.
Ed ancora, Henry Kissinger :"Quello che ogni uomo teme è l’ignoto. Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere assicurata dal Governo Mondiale" (Henry Kissinger, Evian, Francia, 1991)
Dal piano del 1773 di Amschel Mayer Rothschild per “dominare le ricchezze, le risorse naturali e la forza lavoro di tutto il mondo”:
«La nostra politica deve essere quella di fomentare le guerre, per sprofondare sempre di più le nazioni nel loro debito, e di dirigere le Conferenze di Pace».
«Noi provocheremo la depressione industriale e il panico finaziario. La disoccupazione e la fame, imposte alle masse, creerà il diritto del capitale di regnare in modo più sicuro».
«Il “regno del terrore” dovrà accompagnare ogni sforzo rivoluzionario, perchè questo è il mezzo più economico per portare la popolazione ad una rapida sottomissione».
«Creeremo monopoli immensi e riserve di tale ricchezza colossale che persino le ricchezze più grandi dei Goym (cristiani) dipenderanno da noi in tale misura che essi raggiungeranno il fondo insieme al credito dei loro Governi, il giorno dopo la GRANDE CATASTROFE POLITICA».
«Spoglieremo i Goym delle loro proprietà terriere e industriali con una combinazione di tasse e concorrenza sleale e li porteremo alla rovina economica nei loro interessi finanziari nazionali e nei loro investimenti».
«Lanceremo una corsa agli armamenti in modo che i Goym si possano distruggere a vicenda, su scala colossale e, alla fine, nel mondo, non rimarranno altro che masse di proletariato con pochi milionari devoti alla nostra causa, con forze militari e di polizia sufficienti a proteggere i nostri interessi».
Da USA Banker's Magazine (Rivista dei banchieri americani), 25 Agosto 1924: “Il capitale deve proteggersi in ogni modo possibile con alleanze e legislazione. I debiti devono essere riscossi, le obbligazioni e i contratti ipotecari devono esser conclusi in anticipo e il più rapidamente possibile. Quando, mediante processi giuridici, le persone comuni perderanno le proprie case, diventeranno sempre più docili e saranno tenute a freno con più facilità attraverso il braccio forte del governo al potere, azionato da una forza centrale di ricchezza sotto il controllo di finanzieri di primo piano.
Questa verità è ben conosciuta tra i nostri uomini di spicco, adesso impegnati nel costituire un imperialismo del Capitale che governi il mondo.
Dividendo gli elettori attraverso il sistema dei partiti politici, possiamo far spendere le loro energie per lottare su questioni insignificanti. Di conseguenza, con un'azione prudente abbiamo la possibilità di assicurarci quello che è stato pianificato così bene e portato a termine con tanto successo...”
Il 17 febbraio del 1950 il banchiere James Warburg, alla Commissione Esteri del Senato americano: "Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, o col consenso o con la forza".
Per finire, Michel Albert, presidente delle Assurances Générales de France, una delle grandi entità finanziarie che hanno promosso il Mercato Unico Europeo, in un saggio del 1989, "Crisi, disastro, miracolo” fa una prognosi sulla fine degli Stati nazionali che rivela un'analisi sicuramente già elaborata e un progetto di ingegneria sociale: .."L'Europa ‘92 lancia il Mercato Unico all'assalto degli Stati nazionali. Li smantellerà". Come? Con "l'anarchia che risulterà" da "un mercato libero e senza frontiere in una società plurinazionale che non riesce a prendere decisioni comuni". A questo "disastro" pianificato, l'oligarchia spera seguirà il "miracolo": gli Stati nazionali devastati invocheranno "una moneta comune, una Banca centrale europea e un bilancio comunitario".
MERIDIO SICULO - Fine I° parte
Attraverso un vero e proprio piano strategico politico-finanziario, del quale pochi hanno piena consapevolezza, si vuole arrivare allo svuotamento economico degli stati nazionali e quindi all’indebolimento delle loro sovranità, per riunire tutti sotto un unico dominio, di marca totalitaria e di matrice massonico-bancaria.
Non è un caso, infatti, che la politica monetaria della FED, la banca centrale americana, si sia orientata negli ultimi decenni verso un’espansione smisurata della quantità di moneta stampata e messa in circolazione, o meglio prestata, che, se da un lato ha indotto nel popolo americano l’illusione di poter vivere di rendita grazie anche all’indispensabilità del dollaro in tutte le transazioni internazionali, dall’altro ha provocato un’inflazione terrificante, aggravata dal forte indebolimento del sistema produttivo americano, che rischia di far evaporare il valore della divisa americana e di conseguenza il valore delle enormi riserve che di essa hanno fatto moltissimi paesi del mondo.
Se si considera anche l’enorme quantità di mutui concessi a chi non dava alcuna garanzia, che ha scatenato la famosa crisi “subprime” con l’azzeramento del valore dei titoli correlati, di cui, nel frattempo, si erano riempite le pance le più importanti banche del mondo; se si considera la spaventosa bolla creata dalla finanza speculativa internazionale che non ha più alcun legame coll’economia fisica mondiale e che attende di essere “pagata”; se si considera, infine, l’esplosione del debito pubblico americano e le limitazioni imposte da Maastricht sugli interventi pubblici dei paesi europei, che di fatto impediscono l’attuazione di politiche sociali degne di questo nome e investimenti infrastrutturali necessari al rilancio economico, allora si capisce l’effettiva volontà di chi sta dietro a tutto questo.
Che, poi, l’euro sia nato prima dell’unità politica europea e che il trattato di Maastricht sia servito, in realtà, a mettere il cappio alla già limitata sovranità monetaria dei paesi europei che consentiva ancora, entro certi limiti, la gestione del “debito pubblico”, in funzione delle esigenze nazionali, non fa che confermare le nostre teorie. Con la creazione della BCE le nazioni europee sono state, infatti, messe al muro e costrette a sottostare ad una moneta e ad una banca straniera che può intervenire quando e come vuole sui tassi d’interesse e sulla quantità di moneta emessa, in modo totalmente indipendente dai bisogni delle popolazioni.
E non è nemmeno un caso che la tanto decantata globalizzazione, voluta esclusivamente dalle grandi oligarchie finanziarie, con la caduta di tutte le barriere doganali, abbia consentito ai grandi monopoli ad esse collegati, di fare il bello e il cattivo tempo nei mercati di tutto il mondo, provocando fallimenti e delocalizzazioni di imprese e capitali da occidente verso oriente dove i costi minimi di produzione e le immense masse lavoratrici senza diritti garantiscono elevatissimi profitti.
E non è, infine, un caso che molti dei cosiddetti “paesi poveri”, siano stati volutamente impiccati ai debiti dovuti al FMI e alla Banca Mondiale per poi essere costretti a svendere le loro materie prime ai “compari” dei soliti potentati.
Ebbene, chiudendo il cerchio ci si accorge alla fine che mentre da un lato l’occidente si appresta a trasferire altrove il proprio apparato produttivo e finanziario, dall’altro si prepara nel mondo uno scenario in cui il crollo del dollaro, l’esplosione della bolla speculativa, l’azzeramento dei titoli subprime, l’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio e l’assoggettamento al dispotismo dell’euro potrebbero provocare un tale cataclisma economico da indurci alla resa incondizionata ed alla consegna nelle mani dei poteri globali.
La “globalizzazione”, le “liberalizzazioni” e le “privatizzazioni”, presentate come la panacea per tutti i mali del mondo, si sono rivelate, in realtà, nient’altro che una maschera dietro cui si nasconde una volontà imperiale, risorta dagli abissi del tempo, che punta a travolgere le sovranità garantite dalle costituzioni nazionali per instaurare un sistema unico totalitario in cui chi comanda non è più il popolo, ma una ristretta cerchia di ricchissimi privati, padroni di tutta la moneta, di tutte le materie prime e di tutti i sistemi di produzione e distribuzione.
L’impero contro gli stati nazionali
Tommaso Padoa Schioppa, l’inventore dell’euro, che nel suo ultimo libro “Europa, una pazienza attiva”, non si fa scrupolo di scagliarsi contro quel trattato di Westfalia che nel 1648 pose fine alle guerre di religione europee e gettò le basi del sistema dell’indipendenza e della sovranità nazionale, è uno di quelli che sostengono un tale impero globale.
Egli seguendo l’insegnamento del suo maestro, l’ex consigliere di Tony Blair, George Cooper, oggi direttore generale degli affari esteri e politici per il Consiglio dell’Unione Europea e primo consigliere del responsabile di politica estera dell’UE Javier Solana., ci fa sapere che lo stesso personaggio “ritiene che il 1989 abbia rotto il corso della storia europea (e forse planetaria) assai più profondamente di altri anni simbolo, quali il 1789, il 1815 o il 1919. Il 1989, infatti, non solo pone termine alla guerra fredda; segna anche il collasso finale del sistema che la Pace di Westfalia aveva instaurato nel 1648”.
E Padoa Schioppa ne fa anche cenno, quando scrive: “Che l’identità nazionale sia l’unico valido fondamento di un ordine politico è contraddetto dall’esperienza storica”.
Ma Cooper è ancora più esplicito: “L’impero è storia. Tutto ciò che sappiamo della storia, dall’impero Sumero a quello Babilonese, da quello Egiziano a quello Assiro, e poi la Persia, la Grecia, Roma, Bisanzio, le dinastie cinesi, l’impero carolingio, il Sacro Romano Impero, l’impero Mongolo e quello Asburgico, gli imperi spagnolo, portoghese, britannico, francese, olandese e tedesco, l’impero sovietico, più tanti altri che abbiamo dimenticato, tutto sta a suggerire che la storia del mondo è la storia dell’impero...”.E ancora: “Rispetto all’impero lo stato nazionale è un concetto nuovo. Il piccolo stato cominciò ad emergere nel Rinascimento e la nazione diventò un fattore politico importante solo nel XIX secolo. Da allora lo stato nazionale è stato per lo più confinato ad una ristretta parte del globo. Non è un caso che questa sia stata anche la parte più dinamica. La mancanza dell’impero però non ha precedenti storici. Resta da vedere se può durare. Vi sono ragioni sia teoriche sia pratiche per ritenere che non durerà” perché “un mondo di stati nazionali presenta un problema pratico “.
Ed infine: “La forma di espansione imperiale che consente il massimo allargamento è quella dell’Unione Europea”. Cooper raccomanda che l’EU si evolva in una nuova struttura chiamata “impero cooperativo” sul modello dell’antica Roma. Il 7 aprile 2002 Cooper ripeté gli stessi concetti in un articolo per il grande pubblico, sull’Observer, intitolato “Il nuovo imperialismo liberale”, in cui caldeggiò il ritorno a strutture imperiali e neocoloniali da XIX secolo. Un mese dopo, fu nominato all’alta carica in seno all’UE che attualmente ricopre.
Altra punta di diamante della casta imperialista, di cui abbiamo parlato in altri interventi, è il finanziere Carlo De Benedetti il quale ha ammesso candidamente il prossimo declino del sistema produttivo europeo e ha invitato la popolazione italiana a dedicarsi, in alternativa, ad attività culturali, turistiche e ad abituarsi all’idea di vivere da consumatori e non più come produttori.
Questa, poi, è una dichiarazione di Gianni Agnelli, da un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera" il 30 gennaio 1975, che ci dice come il controllo delle nazioni da parte di lobby economiche sovranazionali sia un fatto non solo verosimile ma perfettamente normale:
"Probabilmente dovremo avere dei governi molto forti, che siano in grado di far rispettare i piani cui avranno contribuito altre forze oltre a quelle rappresentate in parlamento; probabilmente il potere si sposterà dalle forze politiche tradizionali a quelle che gestiranno la macchina economica; probabilmente i regimi tecnocratici di domani ridurranno lo spazio delle libertà personali. Ma non sempre tutto ciò sarà un male."
E questa è una dichiarazione del senatore Cossiga su Draghi, altro uomo di punta dell’oligarchia: "Sembra che Mario Draghi, gia' socio della Goldman & Sachs, nota grande banca d'affari americana, oggi Governatore della Banca d'Italia sia il vero candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di un "Governo istituzionale" - riporta l'Agenzia Agi - E cosi' avra' modo di svendere, come ha gia' fatto quando era Direttore Generale del Tesoro, quel che resta dell'industria pubblica a qualche cliente della sua antica banca d'affari".
Napolitano ultimamente ha parlato di “…impegno per garantire la pace anche al di fuori dei confini della stessa Europa e contribuire alla costruzione di un nuovo ordine mondiale”.
Ed ancora, Henry Kissinger :"Quello che ogni uomo teme è l’ignoto. Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere assicurata dal Governo Mondiale" (Henry Kissinger, Evian, Francia, 1991)
Dal piano del 1773 di Amschel Mayer Rothschild per “dominare le ricchezze, le risorse naturali e la forza lavoro di tutto il mondo”:
«La nostra politica deve essere quella di fomentare le guerre, per sprofondare sempre di più le nazioni nel loro debito, e di dirigere le Conferenze di Pace».
«Noi provocheremo la depressione industriale e il panico finaziario. La disoccupazione e la fame, imposte alle masse, creerà il diritto del capitale di regnare in modo più sicuro».
«Il “regno del terrore” dovrà accompagnare ogni sforzo rivoluzionario, perchè questo è il mezzo più economico per portare la popolazione ad una rapida sottomissione».
«Creeremo monopoli immensi e riserve di tale ricchezza colossale che persino le ricchezze più grandi dei Goym (cristiani) dipenderanno da noi in tale misura che essi raggiungeranno il fondo insieme al credito dei loro Governi, il giorno dopo la GRANDE CATASTROFE POLITICA».
«Spoglieremo i Goym delle loro proprietà terriere e industriali con una combinazione di tasse e concorrenza sleale e li porteremo alla rovina economica nei loro interessi finanziari nazionali e nei loro investimenti».
«Lanceremo una corsa agli armamenti in modo che i Goym si possano distruggere a vicenda, su scala colossale e, alla fine, nel mondo, non rimarranno altro che masse di proletariato con pochi milionari devoti alla nostra causa, con forze militari e di polizia sufficienti a proteggere i nostri interessi».
Da USA Banker's Magazine (Rivista dei banchieri americani), 25 Agosto 1924: “Il capitale deve proteggersi in ogni modo possibile con alleanze e legislazione. I debiti devono essere riscossi, le obbligazioni e i contratti ipotecari devono esser conclusi in anticipo e il più rapidamente possibile. Quando, mediante processi giuridici, le persone comuni perderanno le proprie case, diventeranno sempre più docili e saranno tenute a freno con più facilità attraverso il braccio forte del governo al potere, azionato da una forza centrale di ricchezza sotto il controllo di finanzieri di primo piano.
Questa verità è ben conosciuta tra i nostri uomini di spicco, adesso impegnati nel costituire un imperialismo del Capitale che governi il mondo.
Dividendo gli elettori attraverso il sistema dei partiti politici, possiamo far spendere le loro energie per lottare su questioni insignificanti. Di conseguenza, con un'azione prudente abbiamo la possibilità di assicurarci quello che è stato pianificato così bene e portato a termine con tanto successo...”
Il 17 febbraio del 1950 il banchiere James Warburg, alla Commissione Esteri del Senato americano: "Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, o col consenso o con la forza".
Per finire, Michel Albert, presidente delle Assurances Générales de France, una delle grandi entità finanziarie che hanno promosso il Mercato Unico Europeo, in un saggio del 1989, "Crisi, disastro, miracolo” fa una prognosi sulla fine degli Stati nazionali che rivela un'analisi sicuramente già elaborata e un progetto di ingegneria sociale: .."L'Europa ‘92 lancia il Mercato Unico all'assalto degli Stati nazionali. Li smantellerà". Come? Con "l'anarchia che risulterà" da "un mercato libero e senza frontiere in una società plurinazionale che non riesce a prendere decisioni comuni". A questo "disastro" pianificato, l'oligarchia spera seguirà il "miracolo": gli Stati nazionali devastati invocheranno "una moneta comune, una Banca centrale europea e un bilancio comunitario".
MERIDIO SICULO - Fine I° parte
1 commento:
In Italia c'è una grossa sorpresa preparata alla faccia di chi crede che da noi i mutui sub-prime non avranno effetto.
Anche in Italia i mutui sugli immobili vengono "cartolarizzati" ovvero messu sul mercato sotto forma di azioni ed obbligazioni.
Chi li ha comprati?Sono andati a finire in maniera anonima dentro il portafoglio azionario dei fondi pensione per la previdenza integrativa o dentro i fondi di investimento per chi ha sottoscritto una polizza di assicurazione sulla vita.
Insomma se io non pago il mio mutuo qualcun altro si giocherà la pensione.
E' gia successo, ma i media prezzolati ce lo hanno nascosto: I Inghilterra migliaia di pensionati sono finiti sotto un ponte a causa del fallimento di questi fondi.
Posta un commento