Dilaga e appassiona la diatriba su “Dio e politica”. Ieri [30 dicembre 2007] (di nuovo) Eugenio Scalfari sulla Repubblica, Barbara Spinelli sulla Stampa, addirittura Sandro Bondi sull’Unità, Piergiorgio Odifreddi sulla Repubblica e il cardinal Bertone dovunque: tutti a cimentarsi con la stessa questione.
Allora vorrei chiedere ai nostri commentatori e ai nostri politici – specialmente a Marco Pannella, ma anche a Eugenio Scalfari – di indovinare chi ha pronunciato le parole che seguono. Sentite che bomba: “Per me non c’è politica che non sia contemporaneamente religione. La politica serve la religione. La politica senza la religione è una trappola per gli esseri umani, perché uccide l’anima. Sono fermamente convinto che oggi l’Europa non stia mettendo in pratica lo spirito di Dio e del cristianesimo, bensì lo spirito di Satana”.
Non si tratta di un prelato, né di un politico cattolico. E’ il Mahatma Gandhi. Sì, proprio quello che i radicali di Pannella hanno trasformato – con incredibile disinvoltura – in loro simbolo.
Non si tratta di un prelato, né di un politico cattolico. E’ il Mahatma Gandhi. Sì, proprio quello che i radicali di Pannella hanno trasformato – con incredibile disinvoltura – in loro simbolo.
Era forse anche lui integralista, baciapile e confessionale? Difficile sostenerlo. Gandhi non era cattolico e viveva in un Paese dove i cristiani sono una piccola minoranza. Gandhi inoltre non aveva niente a che fare col fondamentalismo di cui anzi fu vittima (fu ucciso da un fanatico indù). Ma grazie all’incontro con la cultura europea (ovvero la democrazia inglese, “esportata” in India) aveva interiorizzato ciò che il cristianesimo aveva portato nel mondo. Innanzitutto la sacralità della persona umana, di ogni singolo essere umano, di cui nessuno può abusare, che nessuno può violare e uccidere.
Infatti Gandhi sosteneva l’esatto opposto delle idee dei radicali italiani sui temi fondamentali come l’aborto (“mi sembra chiaro come la luce del giorno che l’aborto è un crimine”). A lui era chiaro che non si può sostenere a parole la dottrina della “non violenza” e poi giustificare e teorizzare l’uccisione degli esseri umani più indifesi e innocenti. Così come non si può gridare “Nessuno tocchi Caino” e poi legalizzare la soppressione di milioni e milioni di Abele. Questa era la “religiosità” gandhiana in politica.
Eredità laica perché cristiana: è stato infatti il cristianesimo che ha inventato la laicità dello stato e delle istituzioni umane ponendo loro dei limiti (i diritti della persona umana e i diritti di Dio). Prima di Cristo il potere ha sempre sacralizzato se stesso, imponendo ai popoli sterminati sacrifici umani. In un memorabile discorso alla Sorbona l’allora Cardinale Ratzinger sostenne che il cristianesimo era stato il vero “Illuminismo” che aveva dissolto le tenebre delle superstizioni. Sia le superstizioni delle religioni pagane che sacralizzavano la natura, impedendo fra l’altro all’uomo di conoscerla, dominarla e usarla e spesso sacrificando esseri umani. Sia la sacralizzazione del potere (l’Imperatore, lo Stato e via dicendo).
Certo è accaduto pure che degli uomini di Chiesa in passato abbiano in qualche modo appoggiato eccessivamente certi regimi detti “cattolici”. E hanno sbagliato: non a caso Giovanni Paolo II ha voluto chiedere certi dolorosi “mea culpa” alla cristianità. Così come sarebbe sbagliato oggi che degli ecclesiastici pretendessero di interferire in politica, esorbitando dai propri compiti pastorali (tentazione possibile e da rifiutare). Tuttavia sono proprio queste eccezioni che confermano la regola.
E’ stato il cristianesimo a “desacralizzare” il potere e il mondo. Anzi, per la verità Ratzinger afferma che già il primo libro della Bibbia, la Genesi, è la prima grande desacralizzazione del cosmo perché mostra il sole, la luna e le stelle come opere create (e non divinità) e quindi spalanca all’uomo l’avventura della conoscenza razionale e scientifica.
E’ in questo paradosso che sono sbocciate, nella storia, la democrazia e la libertà. Il paradosso è il seguente: la necessaria laicità è stata partorita storicamente ed è “garantita” da una “religione”. Questa verità ha trovato una conferma clamorosa proprio nel Novecento, quando è accaduto che l’abbandono del cristianesimo, anzi la lotta ad esso, ha permesso l’esplodere di ideologie assolutiste e neopagane, che di nuovo sono tornate tragicamente a divinizzare lo Stato, il Capo, la Razza, il Partito, la Classe e quant’altro (ultimamente la Scienza, o meglio la sua degenerazione scientista, viene presentata come nuova ideologia indiscutibile da adorare).
Ancora Ratzinger ha scritto che quando si rifiuta “la speranza che è nella fede” si rifiuta anche “il senso di misura della ragione politica”. Allora nella politica si proiettano speranza messianiche, palingenetiche e accadono le tragedie che abbiamo visto consumarsi nel Novecento: “Una simile politica, che fa del regno di Dio un prodotto della politica e piega la fede sotto il primato universale della politica è per sua natura politica della schiavitù; è politica mitologica”.
Il cristianesimo è il vero illuminismo che libera da queste mitologie oppressive e disumane: “il primo servizio che la fede fa alla politica” scrive Ratzinger “è la liberazione dell’uomo dall’irrazionalità dei miti politici, che sono il vero rischio del nostro tempo”. Infatti il cristianesimo ha reso possibile quel pensiero liberale autentico – penso a Karl Popper – che rifiuta come pericolosi e tragici le utopie e ogni “perfettismo” indicando proprio l’ “imperfetto” come il terreno vero di lavoro dell’uomo. “Il cristianesimo, in contrasto con le sue deformazioni” scriveva ancora il cardinale Ratzinger “non ha fissato il messianismo nel politico… Ha insegnato l’accettazione dell’imperfetto e l’ha resa possibile”.
Accettare l’imperfetto non significa affatto rassegnarsi a un mondo sbagliato o ingiusto, ma riconoscere che la realtà è “semper reformanda”, scorgere dappertutto miglioramenti da portare, darsi da fare per cambiare continuamente il mondo senza pretendere mai di raggiungere l’ordine perfetto. E’ il rifiuto di ogni fondamentalismo, di ogni massimalismo, di ogni fanatismo (sia religioso che giacobino).
Infatti il cardinale Ratzinger – parlando a deputati della Cdu tedesca - osò teorizzare la profonda moralità del compromesso: “Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose ha la vibrazione del moralismo; limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra il pragmatismo dei meschini. Ma la verità è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo e delle sue possibilità”.
Il cardinale concludeva con questa sciabolata: “Non è morale il moralismo dell’avventura, che intende realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica”.
Questa è la vera scuola della laicità. La voce della Chiesa, la tradizione cristiana, è il miglior antidoto all’insorgere di ogni fanatismo, al risorgere di ideologie totalitarie e di ogni fondamentalismo. Il paradosso di fronte al quale si trova l’Europa e l’Italia è questo: se vogliono restare laiche, cioè regno della libertà e dei diritti umani (di tutti, bambini compresi), hanno bisogno della voce della Chiesa e della tradizione cristiana. Appena la mettono al bando calano le tenebre – come si è visto nel Novecento – e sulla nostra terra si scatenano i dèmoni.
Antonio Socci, su Libero del 31 dicembre 2007
3 commenti:
bell'articolo. ;-)
Già, proprio un bel pezzo. Hai fatto benissimo a postarlo. Come vedi, io ho preso la palla al balzo.
Ancora buona domenica!
Cari amici non so se conoscete Medjugorie e le sue apparizioni mariane.
Dopo Fatima è qui che la Madonna tramite dei particolarissimi fedeli invia i suoi messaggi al mondo.
Vi invito a visitare il sito http://medjugorje.altervista.org/
Nostra Signora invia i messaggi ogni 25 del mese(anche se a volte vi sono quelli straordinari)
Ecco l'ultimo:
25 Gennaio 2008
"Cari figli, con il tempo quaresimale voi vi avvicinate ad un tempo di grazia. Il vostro cuore è come terra arata ed è pronto a ricevere il frutto che crescerà nel bene. Figlioli, voi siete liberi di scegliere il bene oppure il male. Per questo vi invito: pregate e digiunate. Seminate la gioia e nei vostri cuori il frutto della gioia crescerà per il vostro bene e gli altri lo vedranno e lo riceveranno attraverso la vostra vita. Rinunciate al peccato e scegliete la vita eterna. Io sono con voi e intercedo per voi presso mio Figlio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
Posta un commento