venerdì 22 agosto 2008

Il peccato originale dell'Unità d'Italia

da "IL CONTRIBUTO DI SALEMI ALL'INUTILE STRAGE" di Salvatore Riggio Scaduto (magistrato)


Così come la nostra progenitrice Eva osservò che il frutto dell'albero proibito «era buono a mangiarsi, piacevole all'occhio e desiderabile», ne colse il frutto e ne mangiò, istigata a far ciò dal serpente tentatore, allo stesso modo accadde, sia pure nel suo piccolo, ai nostri progenitori ottocenteschi, i quali stanchi del discreto governo borbonico, si lasciarono tentare dalle teste calde liberal-massoniche del tempo e credettero di poter trovare la panacea a tutti i nostri mali, intrinseci d'altronde a tutte le società umane, nel mito dell'Unità Italica.

Per la verità la stragrande maggioranza del popolo siciliano rimase però indifferente e così i mestatori e gli illusi ebbero successo.

Nel compendio del nuovo catechismo cattolico del pontefice regnante Benedetto XVI leggiamo che il peccato originale «è un peccato da noi contratto, non commesso; è una condizione di nascita e non un atto personale» e che si trasmette a noi con la natura umana «non per imitazione, ma per propagazione».

Applicando tali basilari e lineari principi al così detto «risorgimento italico», non c'è chi non veda che questo apportò la perdita e l'affossamento per noi siciliani della plurimillenaria indipendenza ed autonomia e che le conseguenze di tale dannosa quanto insensata perdita sono ricadute sulle generazioni seguenti e quindi su di noi così come è avvenuto con il fatidico peccato originale di Adamo ed Eva.

A questo punto il lettore sprovveduto si domanda: Ma in sostanza in che cosa è consistito questo peccato originale conseguente all'unità d'Italia di cui noi tutt’oggi ne risentiamo le conseguenze? La risposta semplice, lineare ed inequivocabile a questa domanda è una ed una sola e cioè che i nostri progenitori non scelsero contrattualmente e liberamente di aderire all'anzidetta unità ma furono assoggettati e soggiogati, con la forza bruta della guerra, alla conquista da parte del Regno del Piemonte guidato da Casa Savoia. Infatti è di una evidenza solare ed indiscutibile che il Regno delle Due Sicilie, come pure tutti gli altri Stati all'epoca esistenti nella penisola italiana, fu conquistato con la forza bruta della guerra, tra l'altro mai dichiarata nei confronti del legittimo Stato Borbonico, all'epoca vigente in Sicilia. Le cruente battaglie di Milazzo e del Volturno, senza parlare della battaglia-scaramuccia di Calatafimi, vinta dagli invasori garibaldini per il chiaro e palese tradimento del generale borbonico Francesco Landi, costituiscono le prove inconfutabili della conquista bellica della Sicilia da parte dei Savoia, senza la libera adesione del popolo ad un progettato Stato italico.

Qualche sprovveduto esaltato e gioioso dell'impresa garibaldina potrebbe obiettare che a prescindere da ogni altra considerazione più o meno esatta e veritiera, il popolo nella sua stragrande maggioranza ratificò con il plebiscito del 21 Ottobre 1860 l'unione della Sicilia al Regno Savoiardo Piemontese. Nulla vi è di più falso e menzognero. Al voto del plebiscito vennero ammessi appena 432.720 elettori su una popolazione di 2.400.000 abitanti. Il voto tra l'altro era palese e non segreto e pertanto il detto plebiscito è radicalmente nullo. Infatti i voti venivano depositati coram populo in due distinte urne: una per il sì e l'altra per il no. Il voto, quindi, tra l'altro non fu nemmeno libero, ma controllato. Il risultato fu di 432.053 sì e di appena 67 no. Stranamente non vi furono astensioni: cosa veramente strana e forse unica nel suo genere. Nemmeno Stalin della Russia Sovietica potè vantare risultati elettorali così vergognosamente spudorati e fasulli.

Da questa mancata libera adesione del Popolo Siciliano alla così detta unità d'Italia, rivelatasi una vera e propria conquista dello Stato Piemontese, nacquero le incomprensioni, le resistenze attive e passive, le rivolte e la sfiducia persistente verso lo Stato, nato da una vera e propria occupazione violenta e non contrattata. Da questo gravissimo peccato di origine ne discende la mancata amalgamazione dei Popoli dello Stato Italiano tuttora persistente così come sarà meglio chiarito in seguito.

Questa succinta premessa a mio giudizio, può aiutare il lettore a capire gli avvenimenti, i fatti ed i comportamenti tenuti dal popolo, e non solo siciliano, verso lo Stato unitario, italiano, che in seguito saranno trattati con particolare riferimento alla prima guerra mondiale del 1915-'18.

FONTE: Ducexius no. 29

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